21/10/11

Dallo Sri Lanka per poi morire all'Infernetto: la storia di Sarang morto ieri a Roma

In Italia da 6 anni, lavorava come cuoco l'uomo che giovedì 20 ottobre è morto nel seminterrato in cui viveva, all'Infernetto, dopo aver messo in salvo moglie e figlia. La testimonianza del cappellano padre Neville Perera di Federica Cifelli
È morto per salvare la sua famiglia, Sarang Perera, 32 anni, l’uomo originario dello Sri Lanka deceduto ieri, giovedì 20 ottobre, nella giornata di nubifragio che ha devastato la Capitale. Dal seminterrato in viale Castel Porziano all’Infernetto, nella periferia sud di Roma, nel quale viveva con la sua famiglia, era riuscito a salire al primo piano per mettere in salvo la sua bambina, Chiara, di appena tre mesi, mettendola al sicuro fra le braccia della moglie. Quindi era tornato giù per recuperare documenti, soldi e l’indispensabile per restare fuori casa per qualche giorno, ma è rimasto incastrato tra i mobili e i detriti di un muro crollato.
A ricostruire la vicenda è padre Neville Joe Perera, cappellano della comunità dello Sri Lanka che si ritrova nella chiesa di Santa Maria dei Pellegrini, all’Infernetto. «La casa dove vivevano, una villa a tre piani, si trova all’incrocio tra due canali di scorrimento dell’acqua - racconta -: da quello più piccolo l’acqua è defluita in quello più grande, che poi però non ha resistito alla violenza della pioggia ed è tracimato, invadendo la strada». L’acqua è arrivata fino al primo piano della villetta e ha sfondato un muro, che è crollato, travolgendo Sarang.
In Italia da 6 anni, l’uomo lavorava come cuoco nel ristorante La Paranzella. «Era un cattolico molto legato alla nostra comunità – riferisce padre Neville -. Un anno fa aveva portato in Italia la moglie dallo Sri Lanka ed era subito venuto a trovarmi con lei. Da allora, ogni sabato sera hanno partecipato insieme alla celebrazione eucaristica della nostra comunità, anche se lei è di fede buddista». Il suo corpo è stato recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco intorno alle 15.30 di ieri. Ora «stiamo tutti lavorando perché la salma possa ritornare in Sri Lanka, presumibilmente intorno a mercoledì», aggiunge il cappellano. E ricorda la solidarietà dei vicini: il commerciante che si è tuffato per tentare di portarlo in salvo, gli altri che hanno cercato di passargli un tubo per farlo respirare. Ma anche gli uomini della Guardia di finanza, con i quali «questa notte abbiamo lavorato fino alle 2 per cercare i documenti di Sarang e della sua famiglia».
A loro, alla Polizia, ai Carabinieri, alla Protezione Civile, ai rappresentanti della giunta di Roma Capitale, ribadisce padre Neville, «va tutta la nostra gratitudine. Adesso chiederemo un sostegno per questa famiglia colpita da un lutto così grave: l’amministrazione comunale è già in dialogo con noi. Sappiamo bene che stanno lavorando per la nostra tutela». Intanto, dalla comunità di Santa Maria dei Pellegrini sale la preghiera per l’unica vittima di quella giornata per la quale Roma Capitale ha richiesto lo stato di emergenza.

60 deputati firmano per fermare Equitalia

"Fermare il disastro economico finanziario di centinaia di migliaia di imprese sull'orlo del fallimento, ripristinare regole corrette per la riscossione, cancellare tutte le norme che hanno consentito a Equitalia di vessare e perseguitare indebitamente il cittadino contribuente". Sono gli obiettivi della proposta di legge presentata ieri dal deputato Pdl Mauro Pili, primo firmatario insieme a ben 60 deputati del Popolo della libertà.
"Un'adesione alla proposta di legge - ha dichiarato Pili - che la dice lunga sulla gravissima situazione che riguarda il sistema nazionale delle imprese e della riscossione. La proposta interviene sul piano legislativo per fermare una politica di riscossione che sta provocando danni irrimediabili sia al sistema economico del paese che alle stesse casse dello Stato.
Nel dettaglio è articolata su tre punti, riduzione dell'aggio a favore di Equitalia da nove al due per cento, la cancellazione di tutti gli oneri accessori che in alcuni casi arrivano a raddoppiare il capitale iniziale, e una moratoria senza oneri per un anno, secondo la situazione economica del territorio e delle imprese.
Pagare il giusto, abrogare l'indebito guadagno della riscossione". "Si tratta - prosegue Pili - di una proposta di legge alla quale hanno aderito parlamentari di tutte le regioni, tutte vessate da un sistema di riscossione che rischia di mettere in ginocchio un'infinità di imprese con rischio fallimento.
La proposta prevede l'abrogazione delle norme relative all'indebito guadagno delle società concessionarie dei tributi con l'eliminazione degli oneri accessori, riduzione degli aggi e la sospensione senza oneri delle procedure esecutive in essere in seguito alla grave crisi economica".

Myanmar: chiese sequestrate, civili percossi, ragazze violentate: abusi dei militari sui cristiani kachin Banmaw

I militari dell'esercito birmano continuano le violenze sui civili e non risparmiano le chiese: è quanto denunciano fonti dell'Agenzia Fides nella diocesi di Banmaw, nel Nord del Mynamar, dove prosegue cruenta la guerra contro le minoranze etniche kachin, circa un milione di indigeni, in maggioranza cristiani.
Una fonte della chiesa locale di Banmaw racconta con preoccupazione all'Agenzia Fides gli ultimi episodi di inaudita violenza: domenica scorsa, 16 ottobre, un battaglione dell'esercito ha preso il controllo della chiesa cattolica del villaggio di Namsan Yang, nella municipalità di Waimaw, dove una ventina di fedeli, soprattutto donne e anziani, si erano riuniti per la Messa domenicale. "L'esercito ha usato il compound della chiesa come base, in un'area dove c'erano combattimenti", spiega la fonte. Un catechista, Jangma Awng Li, che conosce la lingua birmana, ha cercato di parlare con i capi militari, ma è stato brutalmente picchiato. Lui e altri quattro uomini sono stati ammanettati e arrestati dai soldati (e rilasciati dopo alcuni giorni). Le truppe hanno continuato la loro avanzata, utilizzando molti civili cristiani per i lavori forzati e si sono poi accampati nel compund di una chiesa battista, sempre nell'area di Waimaw. Prima di lasciarle, i soldati hanno bruciato le pro! prietà ecclesiastiche di entrambe le chiese.
I fedeli del villaggio, quasi tutti cristiani, sono stati cacciati, alcuni picchiati e costretti ai lavori forzati. Una ragazza di 19 anni è stata presa e ha subìto uno stupro di gruppo da parte dei soldati.
"Ho saputo dell'uccisione di almeno sei civili nelle scorse settimane" dice la fonte di Fides. "Le violenze dei militari continuano e la polizia kachin le percepisce come pulizia etnica. I rifugiati aumentano. Non capiamo la strategia del governo birmano. La questione è: vorrà garantire diritti umani, giustizia e uguaglianza ai cittadini delle minoranze etniche che abitano il paese?". Dopo il blocco della diga di Myitsone, sul fiume Irrawaddy, si sperava in un cambiamento, ma "la situazione resta grave, il popolo kachin non si fida del governo, che ha fatto solo promesse".
Le violenze, documentate anche dall'Ong cristiana "Christian Solidarity Worldwide" (CSW), continuano: a Momauk, circa 500 sfollati interni si sono rifugiati in una chiesa. In un nota inviata a Fides, CSW afferma: "Tali attacchi brutali alle comunità religiose e ai civili sono in netto contrasto con la recente retorica del regime sulla riforma e sulla costruzione della pace. Stupri, lavori forzati e eliminazione di civili sono crimini contro l'umanità. Esortiamo il presidente Thein Sein a porre fine agli attacchi e a dichiarare un cessate il fuoco, per avviare un serio processo di riconciliazione nazionale".(Agenzia Fides)

Gheddafi come il Cristo del Mantegna

Non fa in tempo a finire il nostro Don Matteo8 e ci ritroviamo di colpo nel salotto di Porta a Porta e la nostra casa si riempe, involontariamente, dell'immagine di morte che ha oggi il volto tumefatto e violato di Mu'ammar el Gheddafi.
Non avrei voluto vedere quel programma, non avrei voluto scrivere un editoriale per Frews per rispettare questo momento e non essere io stesso sciacallo, però una frase, buttata lì da Bruno Vespa mentre scorrevano le immagini dell'ultimo minuto di vita di Gheddafi, mi ha fatto riflettere.
Il conduttore ad un certo punto ha detto: "guardando queste immagini uno dei nostri autori dietro le quinte ha detto che sembra il Cristo del Mantegna".
Guardo mia moglie, anche lei ferma davanti a questa video intrusione in casa nostra ma anche lei sollecitata da questa affermazione e mi dice: "in fondo era un uomo anche lui".
Certo, il Cristo del Mantegna attorno a sè ha un clima diverso, di piètas: non viene calpestato, ingiuriato, offeso da morto, almeno in quel momento.
Però il Raìs, in questi ultimi fotogrammi, è sembrato anche lui condotto al macello come quell'altro Uomo che è capace, con la sua misericordia infinita, di degnarci di somigliare a Lui nel momento supremo della morte.
Allora ho riflettuto su due fatti.
Il primo è che Gheddafi comunque era un uomo e non è giusto oltraggiare una persona morta, sia con le scarpe che coi piedi della retorica politica: basterebbe una preghiera di accompagnamento.
Il secondo è che la morte ci rende tutti così uguali ed all'unico Dio lassù spetta tirare le somme della nostra vita.
Pace all'anima tua, Gheddafi.

Che stress....vediamo di che si tratta!

Eccoci qui nella società del terzo millennio, società super progredita, super tecnologica, super avanzata.. eppure a noi che la viviamo, sembra che i conti non tornino, c’è qualcosa che contrasta questa super evoluzione. Oltre al progresso raggiunto se c’è un termine che ben sintetizza e caratterizza la nostra società, e le persone che la compongono, è sicuramente il termine “stress”.
E sì, chi di voi se la sentirebbe di smentirmi se dicessi che siamo tutti un pò stressati? Studi recenti dimostrano che anche i bambini oggi risultano stressati sin dai primi anni di vita, anch’essi infatti vengono risucchiati nel tran tran degli impegni (scuola, palestra, danza, calcetto, nonni, ecc..) e nei ritmi vertiginosi dei genitori. Certo mi riferisco alle società occidentali, difficilmente riusciremmo ad immaginare un bimbo africano stressato, possiamo pertanto affermare che lo stress e le varie patologie fisiche e psicologiche ad esso collegate sono delle “patologie culturalmente determinate”.
Ma cosa si intende con questo termine così diffusamente utilizzato?
Stress vuol dire pressione. Essere stressati pertanto significa essere e soprattutto sentirsi sotto pressione!
L’essere umano è inserito in un cosmo armonico e anch’esso è stato pensato per essere tale, tutta la natura infatti si base su alcuni elementi che coesistono in equilibrio. Le stesse fasi lunari sono in equilibrio, il susseguirsi delle ore nell’arco della giornata e l’alternanza giorno-notte, il susseguirsi delle stagioni ecc.. sono tutti esempi di dinamiche in armonia. In effetti se ci fermassimo un attimo a riflettere su quali potrebbero essere gli equilibri dell’essere umano, scopriremmo che ognuno di noi è fatto di equilibri: basti pensare al ciclo sonno-veglia e alle fasi che compongono il sonno, alla respirazione, al processo di digestione ecc.. Quando qualcosa interferisce con questo bilanciamento e si avverte quindi una pressione, quando ci troviamo davanti ad uno stimolo diverso, nuovo, al quale non reagiamo in maniera automatica o che non abbiamo ancora imparato a gestire, ecco allora che si verifica lo stress.
Riepilogando possiamo definire lo stress come un processo mentale e/o fisiologico che permette ad un individuo di far fronte a situazioni nuove, questo però implica che lo stress in realtà non è una componente necessariamente negativa ( come invece siamo abituati a pensare) ma, è semplicemente un processo adattativo ai cambiamenti e in alcuni casi può persino essere positivo!
Quando l’organismo riesce ad adattarsi ai cambiamenti esteriori modificando gli assetti fisiologici, alternando fasi di stress a fasi di rilassamento, non si verificano particolari problematiche, si ottiene cioè un equilibrio che è tipico delle persone sane.
Davanti ad uno stimolo capace di indurre stress (tecnicamnente chiamato stressòre) si ha una reazione di allarme che porta il corpo umano a prepararsi a reagire, questo avviene attraverso una iperattivazione ( aumento attività cardiaca, aumento tensione muscolare, respiri corti e frequenti, dilatazione pupillare ecc..) dovuto all’aumento di adrenalina e alla produzione di cortisolo; La persona pertanto attraverso le sue capacità cognitive analizza ed elabora velocemente ciò che sta accadendo e cerca di fornire la risposta più adeguata, ne consegue o una risposta idonea di adattamento alla situazione nuova o un esaurimento (nel caso in cui il soggetto non riesca a gestire la situazione e a fornire una giusta soluzione), questo a sua volta può portare ad una rielaborazione e una nuova risoluzione con un ritorno all’equilibrio o può cronicizzarsi sfociando in uno stato di malessere. Da quanto detto si evince che c’è una elevata variabilità di risposte: le caratteristiche di fragilità o rigidità del soggetto giocano un ruolo importante per rispondere in modo adeguato a una modificazione dell'ambiente; inoltre risulta importante anche il proprio modo di percepirsi, la consapevolezza delle proprie capacità cioè del proprio locus of control interno ( capacita interna di gestire eventi esterni) o al contrario l’ adagiarsi allo stimolo esterno… subendolo!
Generalmente questo disequilibrio si manifesta in diversi modi andando a “colpire” gli organi o gli aspetti della nostra psiche che risultano più vulnerabili. A livello organico il malessere dovuto allo stress può manifestarsi con degli squilibri digestivi ( acidità, ulcera, dispepsia ecc), squilibri respiratori (asma, allergie ecc.), squilibri sessuali (eiaculazione precoce, disfunzione del ciclo mestruale ecc.) nonché con manifestazioni dermatologiche, senso di spossatezza, stanchezza, emicrania ecc.; a livello psichico invece possono manifestarsi disturbi di ansia (fobie, preoccupazioni generalizzate, ecc.), depressione (tristezza costante, apatia, perdita di significati, scarso entusiasmo, ecc.), disarmonie emotive (irritabilità, cambiamenti repentini dell’umore, rancori, ecc.), disturbi del sonno (insonnia, ipersonnia), disturbi dell’alimentazione (fame, inappetenza) ed insufficienze cognitive (difficoltà di concentrazione, scarsa memoria, lentezza nell’apprendimento, ecc). Alcuni di questi fattori sono determinati dal fatto che a causa di uno stress si ha una cattiva produzione e quindi un mal funzionamento di sostanze come la serotonina (importante per dormire bene, per la regolazione della temperatura corporea, per la contrazione muscolare, dell'intestino, dei bronchi, dell'utero e della vescica, nella modificazione della pressione arteriosa, interviene nei processi allergici e infiammatori, riduce il tempo di sanguinamento, determina la sintomatologia dell'emicrania), la noradrenalina ( che funge da mediatore chimico della trasmissione nervosa, controlla il tono dei vasi sanguigni, la muscolatura liscia dell'intestino, dell'utero, dell'iride, la replezione della milza, la produzione pancreatica di insulina, la scissione epatica del glicogeno in glucosio) e la dopamina (importante per la produzione delle endorfine, sostanze tra l'altro regolatrici del senso del dolore, della regolazione del piacere ecc. )
Immagino che molti di voi leggendo questo “bollettino di guerra” si siano riconosciuti in alcuni sintomi individuando così nello stress la causa scatenante.
In realtà il fattore stress non viaggia mai da solo e va sempre associato ad altri fattori!
Abbiamo già detto all’inizio che lo stress in sé è neutro, diventa positivo o negativo in base alla nostra attribuzione di significato, alla nostra capacita di adattamento al nuovo o alla nostra ingestibilità di questa novità.
Inoltre eventuali sintomi di cui risentiamo sono riconducibili sì allo stress, ma non senza una attenta valutazione di quelli che sono i fattori genetici e organici, le nostre abitudini alimentari, nonchè ambientali.
Per la gestione dello stress e il suo riequilibrio risulta necessario pertanto un buon adattamento ad esso, una sana alimentazione e l’eliminazione di eventuali cattive abitudini (fumo, abuso di alcol, vita sregolata ecc..). Inoltre possiamo trovare sostegno avvalendoci di semplici ma efficaci esercizi di rilassamento che possono aiutare il ripristino di quell’equilibrio corpo-mente di cui parlavamo prima. Le terapie di rilassamento determinano una riduzione dei livelli di ansia e stress attraverso un addestramento progressivo all'autocontrollo e al rilassamento muscolare. Il training è finalizzato all’acquisizione di un maggiore controllo delle reazioni fisiologiche della crisi d’ansia. Per questo si ricorre a tecniche di rilassamento dirette al controllo delle tensioni muscolari e della respirazione. Fra queste le principali sono: biofeedback, il training autogeno, il rilassamento muscolare progressivo (basato sull’apprendimento della decontrazione volontaria) ed il controllo della respirazione.
Vorrei infine parlare dell’Eustress che è lo stress positivo! Lo stress infatti quando è rilasciato a “piccole dosi” serve da allenamento aumentando così le capacità che una persona già possiede o aiuta a scoprirne delle nuove. E’ grazie agli stressòri che noi ci attiviamo per fornire nuove soluzioni agli eventi e se queste soluzioni risultano efficaci aumentano la nostra autostima, consolidano il nostro carattere, ci consentono di fidarci un pò più di noi stessi e della nostra intelligenza, a volte lo stress aiuta anche ad ottenere un’ affermazione sociale e in casi estremi persino a farci distinguere dagli altri per la nostra capacità di problem solving (risoluzione di un problema).
Possiamo concludere pertanto guardando lo stress come una chance che la vita ci dà per metterci alla prova e consentirci di migliorare e di riconoscerci nelle nostre (a volte nascoste) straordinarie capacità!
Rita De Francesco
Psicologa
Esperta in psicologia dell’emergenza e psicotraumatologia