24/11/11

Happy Thanksgiving day 2011 a tutti...tranne ai tacchini

La prima volta che venne festeggiato il Thanksgiving Day (Giorno del Ringraziamento) in Nord America, fu nel 1578 quando l'esploratore inglese Martin Frobisher arrivò nel nuovo continente e ordinò una cerimonia per ringraziare Dio per la protezione data al suo gruppo durante la lunga e pericolosa attraversata oceanica.
Tuttavia, gran parte dei moderni nord-americani associano la tradizione della Festa del Ringraziamento ai Padri Fondatori.
Nel 1621, un anno dopo l'arrivo nel nuovo mondo a bordo del Mayflower e nel seguente inverno rigido in cui molti di loro perirono a causa delle malattie, gli abitanti delle colonie celebrarono il successo del loro primo raccolto organizzando una festa di ringraziamento alla quale invitarono i Nativi americani. Nel menù di quel primo Ringraziamento americano ci fu sicuramente qualche pietanza che divenne tradizione per le feste - tacchino e zucca - insieme ad altre carni bianche, carne di cervo, ostriche, molluschi, pesci, torte di cereali, frutta secca e noccioline.
fondamentalmente è una festa legata alle tradizioni contadine del ringraziamento per il raccolto dell'anno (visto che a novembre tutti i raccolti sono finiti e si ricomincia con al semina).
ormai è solo una stupida festa consumista americana in cui celebrano l'orgoglio di essere gli sceriffi del mondo e di essere ricchi (molti di loro) a spese del mondo intero da cui succhiano il sangue.
E anche un bruttissimo giorno per i tacchini.
Jolly

Mario Monti continua l'azione del Governo Berlusconi

Monti continua l’azione di Berlusconi. La propaganda di sinistra aveva puntato su Monti per contrabbandare una svolta, una discontinuità, una rottura netta con il passato che invece finora non c’è stata, e difficilmente ci sarà anche con le misure future.
Ciò che il nuovo presidente del Consiglio ha fatto dall’insediamento è stato di confermare quanto era stato deciso dal governo di Silvio Berlusconi. Ultimo esempio, il rinvio al saldo 2012 di parte dell’acconto Irpef di novembre. Si tratta del 17% (rispetto al 99) che verrà differito al prossimo giugno in modo da lasciare soldi in più nelle tasche dei contribuenti in previsione del Natale, e di consentire a quanti guadagnano meno di non andare troppo in credito con il fisco. Sennonché il provvedimento – che Alberto Bufi, capogruppo Pd in commissione Finanze della Camera si è affrettato a definire “Un primo intervento, un buon segnale nella prospettiva di azione del nuovo governo” – non è un’idea di Monti, ma di Berlusconi e del precedente esecutivo. Addirittura del luglio 2010, finanziata allora con 2,3 miliardi, e resa strutturale con la Legge di stabilità, ultimo atto del governo di centrodestra.
Questa continuità non è un’eccezione. Due giorni fa c’era stato il decreto per Roma capitale, un atto del federalismo. E ancora prima l’impegno alla piena attuazione, appunto, della legge di stabilità, approvata il 12 novembre immediatamente a ridosso dell’incarico al nuovo premier.
Legge che ha recepito la risposta integrale, “precisa e puntuale” (definizione di Bruxelles) alle 39 domande poste dall’Unione europea. Monti ha poi fatto propri due impegni fondamentali di Berlusconi: l’anticipo al 2013 del pareggio di bilancio e l’inserimento del vincolo nella Costituzione. Il disegno di legge è stato presentato ieri alla Camera dal ministro Piero Giarda, con voto previsto il 29 novembre. Monti si è poi impegnato a dare piena attuazione alle due manovre estive, mentre il ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture Corrado Passera ha dichiarato di avere trovato “i cassetti pieni” di progetti di grandi opere lasciate dal precedente governo, e di voler partire proprie da queste come elemento centrale per rilanciare la crescita. Non solo. Il nuovo premier ha promosso e lodato la riforma della scuola e dell’Università, promettendo di implementarla attraverso i test di merito per i docenti.
Ora ovviamente tutti attendono le nuove misure, sulle quali il centrodestra si è detto disposto a collaborare lealmente a condizione che non vengano minati il risparmio degli italiani e patrimoni ottenuti a prezzo di sacrifici di una vita. La stessa reintroduzione dell’Ici, che il Pdl accetterebbe per senso di responsabilità avendola abolita nel 2008, avverrebbe come anticipo dell’Imu, la nuova imposta onnicomprensiva prevista anch’essa dal federalismo. Per non parlare dall’adozione in blocco della liberalizzazione delle professioni e soprattutto della riforma dei contratti di lavoro: cavallo di battaglia del centrodestra finora avversati in piazza e in Parlamento dalla Cgil e dal Pd. Ora certo è il caso di accelerare: ma che nessuno parli di svolta e di rotture.
La ricetta è la stessa. Ed evidentemente era una ricetta giusta. 
Di Paolo

In Germania nessuno compra più i mitici "bund tedeschi"


Dopo il fiasco di ieri dell’asta di Bund decennali tedeschi (piazzati solo per il 60% dell’offerta e grazie ai massicci acquisti della Bundesbank), e con le istituzioni europee sempre più in disaccordo su come salvare in extremis la moneta comune, tutti scoprono le due ricette del governo di centrodestra italiano: gli Eurobond (che la Commissione Ue ha fatto propri, sempre ieri, nel proprio Libro verde, ribattezzandoli Stability Bond), e soprattutto la trasformazione della Bce in “banca prestatrice di ultima istanza”. In altri termini, di garante vero dell’euro come lo sono tutte le altre banche centrali del mondo per le rispettive valute.
Sul Corriere della Sera di oggi si esprime in questo senso l’editoriale firmato da Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, dal titolo significativo: “C’è una sola via d’uscita”. Scrivono i due economisti: “A questo punto c’è un solo modo per salvare l’euro, un intervento forte della Bce”. Non mancano alcuni distinguo – la Federal reserve americana non compra i titoli dei singoli stati Usa – ma la ricetta è inequivocabilmente quella. Misura del resto richiesta con sempre maggiore insistenza dagli Usa, Inghilterra e da quasi tutti i paesi dell’Eurozona e della Ue. E finora strenuamente avversata da Angela Merkel. Eppure ieri la Bundesbank, la banca centrale tedesca, ha agito nell’asta dei Bund esattamente come non si vuole che faccia la Bce: comprando a mani basse e in fase d’asta i titoli invenduti. Ha cioè acquistato direttamente dal Tesoro tedesco, cosa illegale dal 1981 in Italia.
Sul Sole 24 Ore scrive, sotto il titolo “Il re è nudo”, Guido Tabellini, rettore della Bocconi e già candidato ad entrare nel governo Monti: “Paradossalmente questo evento potrebbe aiutare a sboccare la situazione per due ragioni. Primo, perché ha reso evidente a tutti che, nonostante la sua retorica, la Bundesbank di fatto continua ad agire come prestatore di ultima istanza nei confronti del governo tedesco. Secondo, perché potrebbe anticipare il momento in cui anche la Bce si convince che la stabilità finanziaria, e non solo la stabilità dei prezzi, è la sfida su cui si gioca la sopravvivenza della moneta unica”.
Esattamente le parole di Berlusconi, ripetute nel suo discorso di commiato. Allora la sinistra preferiva insistere sulle “colpe” e sulla “credibilità” del governo di centrodestra. Sono passati solo dieci giorni: ma il tempo è galantuomo, soprattutto rispetto alla propaganda. Oggi Monti incontra la Merkel e Sarkozy: c’è da aspettarsi da lui la difesa di queste giuste ricette.
Di Paolo

Call Of Duty Modern Warfare 3: il videogioco che aspettavamo!

Era da poco uscito il secondo capitolo della serie Modern Warfare, in mezzo ne sarebbero stati prodotti altri, ma già circolavano voci su un terzo capitolo.
Sto parlando del videogioco per il quale, già mesi prima della pubblicazione, centinaia di ragazzi avevan perso la testa. Call Of Duty Modern Warfare 3
Famosa ormai in tutto il mondo la serie di videogiochi ispirati alla vita militare non smette di sorprendere sfornando questo terzo episodio della serie Modern Warfare.
Il gioco, sviluppato da Infinity Ward, Sledgehammer Games, Raven Software e prodotto da Activision. Solo nel primo giorno dalla sua pubblicazione ha guadagnato ben 400 milioni di dollari tra USA e UK, battendo il precedente record d'incassi ottenuto dal capitolo precedente della saga.
Nel gioco si narra la continuazione della terza guerra mondiale combattuta tra USA, Regno Unito, Francia, Germania e Russia, incominciata nei primi capitoli della serie. Ritroviamo "gli immortali" John MacTavish detto "Soap" ed il capitano Price impegnati fin dai primi capitoli nel fronte europeo contro i Russi.
Gli scenari, spettacolari, passano dalla baia di Manhattan all'infuocato Afghanistan, dalla bella Praga alla misteriosa India nei quali, alla guida del Team Metal o della Task Force 114, i giocatori dovranno inoltrarsi per giungere ad un' esplosiva conclusione della storia.
Oltre alla carriere appena descritta, i giocatori potranno cimentarsi nella modalità missioni, già presente nei primi capitoli, ovvero singole parti della carriera riprese con punteggi e valutazioni o a modo di gare a tempo.
Altra modalità presente nel gioco è il Multiplayer locale, tra console e console e quello online del quale la saga Call of Duty vanta un accesso di sette milioni di utenti al giorno.
Quarta e ultima modalità disponibile oltreché nuova di zecca prende il nome di Sopravvivenza: riprendendo un po' lo stile ondate di nemici infinite di Call of Duty Zombie, i giocatori dovranno affrontare ondate di avversari, umani però, ed armati di tutto punto, come semplici miliziani o inarrestabili soldati con Juggernaut.
Avanzando ondata dopo ondata grazie a vari potenziamenti (missili, esplosivi, squadre di rinforzo e supporti aerei), Il semplice obbiettivo del giocatore sarà quello di resistere più a lungo possibile per mettere a segno nuovi record.
Oltre che famoso e ben elaborato, Call of Duty Modern Warfare 3 è un gioco che val la pena di essere provato anche dai non amanti del genere per il suo splendido gameplay abbinato ad un ottima grafica ed a degli effetti sonori eccezionali che non potranno fare a meno di trasportarti dentro al gioco facendoti vivere un emozionante avventura militare.
Il gioco è disponibile in qualsiasi negozio di videogiochi ad un costo variabile tra i 55 e 70 Euro, è controindicato dalla PEGI ai minori di 18 anni.
Se ti è piaciuto quest'articolo, hai provato il gioco e vuoi scambiare opinioni o hai qualche suggerimento non esitare a commentare qui sotto!

Il più grande spettacolo (del calcio) dopo il.... Barcellona


Siamo noi... mi piacerebbe dire, ovvero noi il Milan, e lo dico da milanista puro, e forse è così. Ad accogliere l'ingresso in campo del Barca stellare e del grande Milan la Curva Sud si è fatta scritta ed ha realizzato proprio il titolo della canzone di Jovanotti, ovviamente personalizzandola con un "io e te". Poi è stata partita ma ovviamente, in questo mio pezzo di colore scritto dal Primo Anello Verde (dietro la porta dove ha segnato Ibra, per intendersi, e dietro la porta dove ha definitivamente chiuso il discorso Xavi, per intendersi ancor di più) non parlerò del risultato e della classifica (ci ha già pensato il nostro Paolo puntualmente ieri sera) ma voglio provare a soffermarmi sulla bellezza del giuoco (come direbbe Sacchi) del Calcio.
coreografia Milan foto Gibertini
Eh si, non voglio esagerare od essere apologetico, ma davvero il Barcellona, vi assicuro, impressiona guardandolo alla televisione, immaginatevi voi dal vivo ed in uno stadio come San Siro dove i giocatori li hai vicini e sotto, a portata d'occhio, lì davanti.
Con il Barcellona succede che: il pallone diventi parte integrante dei loro scarpini: non glielo togli; il campo sembra un rettangolo che si muove sotto i loro piedi e non viceversa; l'azione diventa sempre conclusione; i passaggi sono brevi e non esistono lanci lunghi; serenità, tranquillità e piena coscienza della propria forza accompagnano ogni istante della partita.
Su tutti lui, davvero, Lionel Messi, la "pulce", il fenomeno, il migliore al mondo.
Tutti i palloni passano da lui e si staccano mal volentieri. Lo vedi rincorrere da tre e quattro giocatori ma nessuno che riesca a togliergli la palla manco avesse ricevuto un cospicuo bonifico prima della partita. L'unica possibilità di fermarlo, e fermarlo, è intercettare i loro passaggi, semplici, chiari e lineari ma così semplici, chiari e lineari che vanno sempre a buon fine. 
Prendete il loro terzo goal.
Messi - foto Gibertini
Tutti abbiamo visto partire Messi da meta campo inseguito da tutti i giocatori in campo, da quelli in panchina e da 80 mila tifosi e nessuno di noi è riuscito a togliergli la palla. Tutti abbiamo capito che Messi avrebbe dato la palla dentro per Xavi. Tutti abbiamo visto che questo è successo e, tre a due palla al centro.
Il Milan, secondo me, è il più grande spettacolo dopo il Barcellona.
Andare sotto con un autogoal di un inguardabile Van Bommel, non pareggiare per colpa di un Robinho che io non farei giocare neanche con il Subbuteo (o devo dire la play station se no i giovani non ci capiscono), pareggiare grazie a Seedorf ed Ibra, poi riandare sotto per un rigore (ahimè) che l'arbitro poteva anche non fischiare, ripareggiare grazie a quel "matto" del Boa, beh, lasciatemelo dire, grande Milan.
san siro - foto gibertini
Il Barcellona rimane stratosferico ma, in uno scontro diretto, si può anche battere.
Certo, non devi regalare loro un autogoal. Certo, Robinho, non devi regalare loro un errore sotto porta (o dentro porta!!!) come il tuo che se stavi immobile la palla ti rimbalzava addosso e segnavi. Certo, Aquilani, Zambrotta, Van Bommel e Pato hanno giocato male e quindi, perdere solo 3 a 2 col Barca e noi ridotti in quel modo è già stato un gran risultato che fa ben sperare: se entriamo tutti in forma possiamo dire la nostra anche in Champions League.
Un po' di rammarico, e qui torno su un mio vecchio adagio, è, lasciatemelo dire, che non ci sia un regista vero, uno come Pirlo, per dirla tutta, che sa addormentare il gioco, lo sa accelerare quando necessario, sa far sparire la palla e sa lanciare giusto.
Chi ci fa la regia a noi? Popi Bonnici?
Altro rammarico? In un Milan abituato a capitano coraggiosi e duri (gli ultimi due, signori, si chiamavano Baresi e Maldini) che ci fa uno come Seedorf con quella fascia su quella voce? Voglio dire: purtroppo causa assenza per infortunio di Gattuso ed Ambrosini capitano diventa il "professor Clarence" però, appunto, è un professore, il capitano è un altro. Con Baresi non l'avrebbero mai dato quel rigore, come non li danno contro Puyol. Ve lo immaginate Seddorf protestare con quei suoi modi galanti ed il parlato semplice?
Ibra - foto Gibertini
La gioia più grande? Vedere Ibra segnare sotto la mia curva, sotto di me ed indicarmi...l'avete visto anche voi?
Stretti a San Siro nei seggiolini ci siamo gustati lo spettacolo. Un po' d'amaro rimane perchè potevamo fare qualcosa in più e regalare qualcosa in meno ma forse proprio quest'amaro spiega la nostra convinzione che siamo dopo di loro, è vero, e quindi possiamo ancora migliorare per raggiungerli e, visto che in queste condizioni gli abbiamo tenuto testa, migliorare per batterli e superarli!
Forza Milan!

I Vescovi in ascolto di un leader aborigeno: "una agenda di speranza"

Sydney - Presentare ai Vescovi australiani, riuniti nell'Assemblea plenaria, una "agenda di speranza" per il futuro delle popolazioni aborigene dell'Australia: con questo spirito Mick Gooda, leader aborigeno e Commissario per la Giustizia sociale degli Aborigeni, ha preso la parola durante l'Assemblea della Conferenza Episcopale dell'Australia. Come riferito all'Agenzia Fides, Gooda ha riconosciuto la ricca tradizione della Chiesa nella difesa dei diritti degli aborigeni.
Già dal 1972 - ha ricordato - i Vescovi hanno affermato che gli aborigeni hanno i loro diritti sulla terra, sulle proprietà, sull'occupazione, l'alloggio, l'istruzione, e sono tutti diritti fondamentali. Il Commissario Gooda ha ricordato le scuse espresse dal Parlamento nazionale che, riconoscendo gli errori del passato, si è impegnato a lavorare per un futuro di piena riconciliazione in Australia.
"E' un viaggio lungo la strada per la libertà e la dignità umana che l'Australia deve alla sua gente. Si tratta di guardare in avanti e di andare avanti come nazione. E' un viaggio che può aiutare a costruire relazioni sane, necessarie per un'agenda di speranza" ha detto Gooda.
Il Commissario ha anche detto ai Vescovi che "la cosa più importante che possono fare per gli aborigeni è andare nelle loro comunità e ascoltarli", spiegando che "le relazioni si costruiscono su comprensione, dialogo, tolleranza, accettazione, rispetto, fiducia e affetto reciproco".
L'intervento è stato accolto calorosamente dai Vescovi australiani che hanno intavolato un dibattito con il Commissario. A nome dell'assemblea, Mons. Christopher Prowse, Presidente della Commissione Episcopale per le relazioni con gli aborigeni, ha ringraziato il Commissario Gooda, promettendo la vicinanza e il sostegno della comunità cristiana ai popoli aborigeni. (PA) (Agenzia Fides 24/11/2011)

"Fateli vivere i prossimi 14 anni con solo 6 euro" ci dice Agostini (PD)

La vicenda ormai è nota a tutti e se ne sono occupati, con sorpresa e forse stupore, i media locali ed anche nazionali.
Storie incredibili di Italialand. È successo a Venezia: nella denuncia dei redditi per il 2010, marito e moglie avevano denunciato di aver incassato rispettivamente 5 e 1 euro, senza però annotare l’introito di 65 milioni di euro per la vendita di 180 ettari di terreno. Lo ha scoperto il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Venezia, rilevando tra l'altrro che quella della coppia era stata la transazione immobiliare di maggior rilievo realizzata nella provincia lagunare nell'ultimo quinquennio.
Contattato da Frews Riccardo Agostini, della Direzione Romana del Pd, è intervenuto energicamente sulla questione dando anche una soluzione al grave fatto:
"Non basta la rabbia e l'indignazione - ci ha detto Agostini -  per il comportamento della coppia che ha dichiarato 6 euro negli ultimi 14 anni e solo l'anno scorso ha venduto 180 ettari di terreno incassando 65 milioni di euro. Non pagando le tasse hanno rubato a chi ne ha bisogno servizi essenziali, assistenza, formazione, un futuro dignitoso. Sarebbe bello vederli vivere per i prossimi 14 anni con quanto hanno effettivamente dichiarato allo Stato."
Frews

Un collage di dati e spiegazione della curva inversa


Butto lì velocemente qualche dato dai quali si evince che l'economia mondiale non solo è in una fase di stagnazione, ma sembra proprio in recessione! Tutti! Compresa la Crande Cermania e il tanto decantato paese emergente Cina. Ovviamente non evito di insistere sui "bellissimi" dati della nostra Italia: il paese con le banche migliori di Europa, dove la crisi è passata, infatti i nostri ristoranti sono sempre pieni! Come al solito i valori più significativi li ho messi in grassetto.

1) Ieri la BCE ha acquistato oggi 1,5 miliardi di euro di titoli (di cui 1,2 miliardi Btp Italiani), mentre la Bundesbank ha comprato 2,5 miliardi di Bund. Infatti ieri c'è stata un'asta per 6mld ma ne sono stati venduti solo 3,8 con tasso del 1,98% e quindi la Bundesbank ci ha dovuto mettere una pezza!

2) oggi spread BTP-Bund 469 e tassi Btp tutti sopra il 7% (permane questa situazione da diverse settimane)

3) Recessione Mondiale
Indice PMI manufatturiero è sceso da 51punti (mese di Ottobre) a 48 punti. Ricordo che 50 significa pareggio e quindi un valore sotto 50 (come in questo caso) significa recessione!
Ecco un riepilogo del medesimo indice in Europa: Francia 47,6, Germania 47,9 Eurozona (tutti i paese UE assieme in media) 46,5
Il dato sulla Cina non deve stupire, infatti l'Europa è ormai in recessione da parecchi mesi e i paesi europei messi assieme fanno il 1° PIL del mondo e quindi uno dei mercati di consumo più importanti anche per la Cina. E quindi, logicamente, anche la Cina va in recessione. L'economia è globalizzata, è mondiale, è collegata.

4) Sinceramente non do troppo peso alle variazioni quotidiane di borsa, cambi ecc, dietro infatti ci sono sempre tanti giochini speculativi che molte volte poco hanno a che fare con una fotografia reale della vera situazione economica di un Paese. Ma credo che su lunghi periodi questi valori siano invece molto significativi.
Ricordo quindi che l'indice FTSE MIB della nostra borsa prima della crisi (Ottobre 2008) era oltre 41'000, oggi è 14'146.

5) E per concludere: la curva inversa
Normalmente i rendimenti dei buoni del tesoro di uno stato crescono al crescere della lunghezza del periodo di investimento. Quindi normalmente i buoni a 5 anni danno un rendimento migliore di quelli a 2 e quelli a 10 ancora maggiore di quelli a 5.
Quindi la curva "normale" è una curva che aumenta i rendimenti all'aumentare del tempo.
Anche oggi, come capitato diverse volte nelle ultime settimane, la curva dei Btp italiani è "invertita" ovvero presenta rendimenti superiori nelle scadenze più brevi. I Btp a 2 anni rendono più di quelli a 5! Cosa significa questo?
Significa che gli investitori iniziano, in un clima di rendimenti alti, a chiedere rendimenti ancora più alti sulla parte breve piuttosto che su quella lunga perché hanno parecchi dubbi sulla capacità del debitore (in questo caso l'Italia) di rimborsare il debito. Infatti normalmente quando un debitore arriva all’insolvenza normalmente viene applicato quello che in gergo si definisce "haircut": un taglio del valore nominale del debito (ad esempio un titolo che prevedeva un rimborso a 100 viene “tagliato” e quindi rimborsato solo parzialmente ad esempio solo 80 o 70 o 60).
Purtroppo c'è anche il rischio che porta ad un circolo vizioso, infatti più cresce il timore che l’Italia possa non farcela e più la curva tenderà ad invertirsi maggiormente e più si inverte più il timore cresce e così via...

Ringrazio le fonti principali da cui ho attinto: www.ilgrandebluff.info e www.bimboalieno.it

Come proseguirà la crisi in Italia/Europa? Cosa accadrà?


A partire da fine 2008, con amici e parenti sostenevo che la crisi era una crisi profonda, perché era una crisi del sistema! Sostenevo che la storia si ripete sempre e che se andavamo a studiare la famosa Grande Crisi del 1929, potevamo notare come le cause che avevano generato quella crisi fossero tremendamente simili a quella del 2008-2009.
La Grande Crisi del 1929 ci "insegnava" come il picco della crisi fosse giunto parecchi anni dopo con il picco più basso della produzione industriale raggiunto nel 1933 (3-4 anni dopo). Io sostenevo che ci saremmo dovuti aspettare una situazione analoga ma amplificata in quanto ora il sistema economico e molto più grande e su scala mondiale!
All'epoca mi fu dato del catastrofista, gentilmente forse evitarono il termine "pazzo", ma io ebbi l'impressione che lo pensassero.
Negli anni successive 2009 e 2010 tutti continuavano a sbraitare che il peggio era passato e che la crisi non era sistemica, ma...oggi, dopo circa 3 anni, i dati mi stanno dando sempre più ragione. E sembra sempre più evidente che sta avvenendo ciò che sostenevo.

E poi? Cosa accadrà nei prossimi mesi/anni? Beh, anche in questo caso possiamo avere un'idea (sempre ridotta in scala) con quello che accaduto pochi anni fa in Argentina! L'Argentina era forse il Paese più ricco del Sud-America, quello più sviluppato, più industrializzato, quello più simile all'Italia. Ricordo i mesi che precedettero il crollo di quel Paese, quanti insistevano con il sostenere che il Paese era solido, che possedevano ottime aziende e che quindi sarebbero riusciti a risollevarsi e risolvere i loro "problemi". Le dichiarazioni di questi giorni dei nostri politici ed economi mi sembrano l'esatta fotocopia di quelle dichiarazioni argentine! Quante analogie! Ricordo i buoni di stato argentini che crescevano di interesse a dismisura...e ricordo parecchi amici allettati da questi buoni rendimenti che ne acquistarono e poi...
...e poi la storia si ripete sempre!

Riporto queste righe, prese da wikipedia, ho messo in grassetto i punti più salienti: prepariamoci!

Durante il 2002 inflazione e disoccupazione continuarono a peggiorare. Il vecchio tasso di cambio 1 a 1 era schizzato a quasi 4 pesos per dollaro, mentre l'inflazione accumulata dal momento della svalutazione era circa pari al 80%. La qualità della vita dell'argentino medio si era abbassata di conseguenza; molte imprese chiusero o fallirono, molti prodotti importati divennero praticamente inaccessibili ed i salari furono lasciati così com'erano prima della crisi.
Dato che la quantità di pesos in circolazione non bastava a soddisfare la richiesta di contanti nemmeno dopo la svalutazione, grandi quantità di valuta complementare continuarono a circolare. La paura dell'iperinflazione come conseguenza della svalutazione limitò velocemente l'attrattività dei ricavi associati a queste valute, derivanti dalla convertibilità con il peso. La loro accettabilità divenne molto irregolare, in quanto dipendeva ora dalla volontà dello Stato di prenderle come pagamento di tasse o di altri addebiti. Molto spesso esse erano accettate a meno del valore nominale, un esempio estremo sono i Federal di Entre Ríos che erano valutati in media al 30% del valore nominale dato che il governo provinciale che li aveva emessi era riluttante a riprenderseli indietro. Il Patacón fu un'eccezione a questo fenomeno dato che era spesso scambiato 1 a 1 col peso. Circolavano voci sul fatto che il governo avrebbe semplicemente bandito le valute complementari da un giorno all'altro invece di ritirarle a tassi svantaggiosi, lasciando così i loro proprietari con inutile carta stampata.
Depositanti che protestano per il congelamento dei conti. I loro conti in dollari furono convertiti in pesos a meno della metà del loro valore.
Molte compagnie private furono colpite dalla crisi: Aerolíneas Argentinas, per esempio, fu una fra le imprese più coinvolte e dovette fermare tutti i voli internazionali per vari giorni nel 2002. La compagnia aerea andò vicina al fallimento ma riuscì a sopravvivere.
Molte migliaia dei nuovi senzatetto e disoccupati argentini trovarono lavoro come cartoneros, cioè raccoglitori di cartone. Si stima che nel 2003 da 30.000 a 40.000 persone frugassero per le strade alla ricerca di cartone per guadagnare quanto bastava per sopravvivere vendendolo agli impianti di riciclaggio. Questo è solo uno dei tanti metodi che si utilizzavano in Argentina per far fronte ad un tasso di disoccupazione che era salito fino al 25%.
Anche l'agricoltura sentì le conseguenze della crisi: i prodotti argentini erano rifiutati in alcuni mercati internazionali per paura che arrivassero danneggiati a causa delle cattive condizioni in cui erano coltivati, l'USDA applicò per esempio restrizioni su cibo e farmaci che arrivavano negli Stati Uniti dall'Argentina.

"Difendere il creato combattendo i gas serra": la richiesta dei Vescovi dell'Africa australe

Johannesburg - "Il nostro amatissimo mondo e l'intera creazione - che Dio ci ha donato - sono minacciati dal cambiamento climatico" scrivono i Vescovi dell'Africa Australe in una Lettera Pastorale pubblicata alla vigilia della 17esima Conferenza dell'ONU sui Cambiamenti Climatici, che si terrà a Durban, in Sudafrica, dal 28 novembre al 9 dicembre. "Mentre il cambiamento del clima è un processo che avviene naturalmente, vi è ora un consenso generale secondo cui le attività umane fanno sì che questo avvenga molto più velocemente. I responsabili di questo processo sono i 'gas serra' come l'anidride carbonica e il metano, che sono rilasciati nell'atmosfera" afferma la Lettera della Southern African Catholic Bishops Conference (SACBC) di cui è pervenuta copia all'Agenzia Fides.
 I Vescovi lanciano un appello per fare pressione e incoraggiare il governo del Sudafrica, che presiede la Conferenza di Durban, ad appoggiare le seguenti risoluzioni: ridurre le emissioni mondiali di gas serra (soprattutto anidride carbonica) in modo che l'aumento della temperatura globale rimanga al di sotto di 1,5 °C; far sì che le decisioni attuali riguardanti lo sviluppo economico non siano basate solo sulle necessità economiche immediate, ma tengano conto della sopravvivenza delle generazioni future; costringere i Paesi che emettono grandi quantità di "gas serra" a rispettare gli obblighi di finanziare i programmi dei Paesi in via di sviluppo volti a ridurre le loro emissioni e ad adattarsi agli impatti negativi del cambiamento climatico; il Sudafrica, che figura al 13° posto tra i Paesi che rilasciano più anidride carbonica a livello mondiale, si impegni nella produzione di energia rinnovabile, eliminando gradualmente la produzione di carbone e nucleare, e sviluppand! o le potenzialità occupazionali delle energie rinnovabili.
I Vescovi chiedono inoltre che il Protocollo di Kyoto del 1997 (sulla limitazione dei gas serra) sia esteso e che il trattato diventi un accordo vincolante e che vi siano controlli reali sul rispetto di queste intese. (L.M.) (Agenzia Fides 24/11/2011)