08/04/12

Buona Pasqua… naturalmente tutti con l’uovo!


In questo periodo dell’anno, il simbolo dell’uovo veicola oggi perlopiù significati augurali e ludici in riferimento alla Pasqua, tuttavia la sua simbologia è tanto ricca quanto antica, da precedere l’epoca cristiana.
In generale, dal punto di vista fenomenologico, l’uovo  è considerato simbolo di vita e fertilità. Dedicandovi solo qualche rapido cenno, notiamo come l’idea dell’uovo cosmico, quale rimando alla creazione dell’universo, appare due millenni prima dell’epoca cristiana presso gli assiro-babilonesi, si diffonde poi certamente nell’induismo, in Egitto, in Grecia e in molte altre culture.
Alcune tesi riferiscono che già fra i persiani e poi fra i greci pare fosse diffusa la tradizione di dipingere le uova o di scambiarsi uova di gallina con l’ingresso nella stagione primaverile, mentre i romani sembra seppellissero uova dipinte di rosso nei campi, al fine di propiziarsi un buon raccolto.

Anche nella tradizione ebraica l’uovo assume un significato carico di simbolismo, in quanto la sua  forma – priva di spigoli, perciò di un inizio e di una fine – indica il ciclo continuo della vita: proprio quando sembra che la morte prevalga, ci ricorda che la vita è più persistente della morte. Così, l’uovo è simbolo al contempo di lutto per la perdita e di speranza per una nuova rinascita. Esso è presente nei riti della Pasqua ebraica assumendo, fra l’altro, un significato di unità. È per questo motivo che l’uovo non può essere diviso tra i partecipanti alla cena, poiché la sua rottura indicherebbe la dissoluzione dell'identità ebraica e della speranza di ritornare alla terra promessa. È intinto in una coppa di acqua salata nel corso della cena pasquale, che prelude alla Pasqua cristiana; infine rappresenta le lacrime versate dagli ebrei cacciati dalla loro terra e il dolore per la distruzione del Tempio di Gerusalemme, avvenuta nel 70 d.C. ad opera dei romani.

È però a partire dall’epoca medioevale che l’uovo intreccia il suo significato pre-cristiano e “naturale”, legato alla rinascita primaverile della natura, con quello tipicamente cristiano connesso alla Risurrezione di Gesù: come dall’uovo si libera e nasce il pulcino, così Gesù esce dalla tomba, si libera (e ci libera) dalla morte nella Pasqua di Risurrezione. Secondo una leggenda, Maria Maddalena avrebbe annunciato all’imperatore romano Tiberio (42 a.C-37 d.C) la Risurrezione di Gesù mostrandogli un uovo dipinto di rosso, a simboleggiare il sangue di Cristo e quindi la redenzione dell’umanità. Nella ricca iconografia cristiana, il guscio dell’uovo rappresenta la tomba dalla quale esce un essere vivente e, a partire dalle sepolture dei primi martiri, uova di marmo erano deposte accanto alla salma, probabilmente ad esprimere – mediante un segno tangibile –  la fede nella resurrezione.

Con il trascorrere dei secoli, si sviluppò la tradizione di portare in chiesa per la benedizione le uova di gallina – ma anche di altri volatili –, assenti nel periodo di digiuno quaresimale, ma che appunto ricomparivano in tavola a Pasqua.

Si sviluppa quindi la tradizione delle uova decorate: le uova sode cominciano ad essere dipinte con colori naturali, ma nel diciottesimo secolo compaiono anche uova decorate fatte da legno, osso, ceramica porcellana, e maiolica. La tradizione dell’uovo decorato con oro e materiali preziosi è invece attribuita all’orafo Peter Carl Fabergé (conosciuto anche come Karl Gustavovič Faberže, 1846-1920), che ricevette, nel 1885, dallo zar Alessandro III di Russia (1845- 1894) il compito di preparare un dono speciale per la moglie Maria Fëdorovna (1847-1928). L’orafo creò per l'occasione il primo uovo Fabergé – cui ne seguirono ben cinquantasei d’altri, realizzati fra il 1885 e il 1917 –, di platino smaltato di bianco, contenente un ulteriore uovo in oro, il quale custodiva al suo interno due doni: una riproduzione della corona imperiale e un pulcino d’oro; ciò contribuì anche a diffondere la tradizione della sorpresa interna all'uovo.

In tempi più recenti, oltre alle uova dipinte o decorate a mano – ora molto spesso dai bimbi nell’ambito dei lavoretti scolastici –, l'uovo di Pasqua maggiormente celebre e diffuso è il classico uovo di cioccolato, arricchito della immancabile sorpresa, che ha conosciuto largo successo nell'ultimo secolo. A volte si tratta di vere e proprie sculture e capolavori d’arte, ma nella maggior parte dei casi di un fenomeno popolare e commerciale, che fa però la gioia dei più piccoli.

Dunque, in questa Pasqua, rompendo l’uovo ovvero assistendo in tale felice operazione i bimbi ansiosi di farlo, ricordiamoci che dietro il simpatico gesto – in verità – ci può essere molto di più. In fondo, anche un fenomeno ampiamente commerciale e giocoso può aiutarci a ricordare la verità profonda della Pasqua; infatti la Risurrezione di Cristo ci dice che rotto l’involucro della morte c’è una grande sorpresa, anzi, la sorpresa per eccellenza: la Vita vera.
Buona Pasqua di Risurrezione!
Andrea Menegotto


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